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Il libro percorre un itinerario storico e teorico su quelle che possono essere defi nite le opere cardine della storia della moda moderna in Italia, muovendosi nel lungo periodo e in diverse aree e generi a testimoniare l'italianità della moda: "Il libro del cortegiano" di Baldassarre Castiglione (Venezia, 1528), i libri di costume di Cesare Vecellio (Venezia, 1590 e 1598) e Giacomo Franco (Venezia, 1610), e "Della carrozza da nolo, overo del vestire e usanze alla moda" di Agostino Lampugnani (Bologna, 1648). Partendo dalla sprezzatura, vengono presentate alcune protagoniste femminili che fanno da contraltare alla costruzione della mascolinità: Elisabetta Gonzaga, Caterina e Anna Sforza, Isabella d'Este, Lucrezia Borgia, Lucrezia Marinella e Arcangela Tarabotti, dedicandole un capitolo con la sua "Antisatira" (Venezia, 1644) e che, per prima, nel suo "Inferno monacale" (Torino, 1990), trova il coraggio di denunciare il fenomeno delle monacazioni forzate e il diritto delle donne alla libertà di espressione anche nell'apparire pubblico.